20 Giugno 2023

Brat Pack: essere giovani negli Anni Ottanta

Brat Pack: essere giovani negli Anni Ottanta

Fanno film importanti con grandi registi e ottengono grossi contratti e limousine. Hanno agenti di alto livello e PR protettivi. Hanno legioni di fan che scrivono loro lettere, comprano loro da bere, li seguono a casa. E, cosa più importante, vendono biglietti per il cinema. I loro film sono spesso grandi successi, e più grande è il successo, più soldi fanno, e più soldi fanno, più simili a star diventano.

David Blum, “Hollywood’s Brat Pack”, New York Magazine, 10 Giugno 1985 (clicca qui per la versione digitale)

Se è vero, come afferma Jon Savage, che la categoria sociale dei “giovani” è un’invenzione del Novecento, più complesso è ritagliarle un ruolo nella cinematografia. Limitando lo sguardo agli Stati Uniti, infatti, fino agli anni Settanta non era neanche pensabile scrivere dei film dedicati ad approfondire la vita di adolescenti e post-adolescenti. Realizzare film del genere significava dare dignità e importanza a quella fascia di pubblico che, secondo le major, era ancora irrilevante. In America c’erano i film per famiglie e quelli per adulti. In mezzo il nulla, mentre in Francia, per dire, Truffaut aveva già diretto I 400 colpi.

Con l’ascesa della Nuova Hollywood, di un’altra sensibilità e di un maggior potere decisionale ai registi, ci si accorse che i giovani erano diventati una categoria di consumo importante quanto gli adulti, e che meritavano di vedere film che non solo li rappresentassero, ma che li avessero come protagonisti assoluti. Da questo punto di vista, L’ultimo spettacolo e American Graffiti rientrano pienamente nel discorso, anche se entrambe le pellicole sono più un addio nostalgico alla giovinezza che un ritratto contemporaneo. Ma dai seriosi anni Settanta cosa ci si poteva attendere? L’intervallo tra infanzia ed età adulta era comunque ancora brevissimo, soprattutto in un Paese che aveva mandato migliaia di ventenni a morire in Vietnam.

Dovevano arrivare gli anni Ottanta e il loro edonismo per dare un più ampio respiro al racconto della gioventù. Il ritorno in auge delle major nella produzione di film, la sensibilità e la sapienza di alcuni registi e l’affermazione di un’intera generazione di giovani attori si combinarono magicamente nella realizzazione di alcune pellicole che, chi più chi meno, avrebbero saputo coniugare il botteghino (soprattutto) con alcune eccellenze autoriali (più raro).

Il focus mediatico si concentrò sugli attori, come spesso accade per i fenomeni popolari. Da sempre, sono gli attori che accendono la fantasia del pubblico, e in questo caso c’erano solide basi per rinfocolarla: un gruppo di ventenni bellocci da sognare di emulare, che incontravano i gusti dei tanti adolescenti che compravano i biglietti per il cinema. Brat Pack (banda di monelli), così vennero definiti nel famoso articolo di David Blum: era un soprannome tutt’altro che lusinghiero, molto più cattivello rispetto al Rat Pack usato negli anni Sessanta o al futuro Frat Pack degli anni Zero. Blum sottolineava come la maggior parte di quegli attori non avesse fatto la tipica gavetta da Actor’s studio come i vari Pacino & De Niro, ma erano più o meno tutti passati dal liceo al set. Era un modo tutt’altro velato per diminuirne lo status e ridurli a pedine temporanee dello star system. La storia ci avrebbe poi fatto capire che il Brat Pack era solo un’etichetta che non trovava corrispondenza nella realtà: la maggior parte dei soggetti coinvolti non era amica al di fuori del set, semplicemente veniva mandata ai casting degli stessi film, anche perché condivideva la stessa agenzia stampa (la PMK).

L’estetica dei film del Brat Pack

Sebbene si tratti di un nomignolo posticcio, comunque, dietro il Brat Pack è possibile tracciare una reale evoluzione del genere commedia adolescenziale o sentimentale, che divenne molto più realistico soprattutto se confrontato con titoli come quelli della serie Porky’s.

I film trattavano ora le gioie e i dolori dell’essere adolescenti, e raccontavano le dinamiche sociali in una modalità verosimile. Su una base preponderante di commedia scanzonata e leggera venivano aggiunti alcuni toni e temi drammatici. Era la nascita del cosiddetto teen drama, che avrebbe trovato successo, con proporzioni invertite e forma seriale, a partire dagli anni Novanta (da Beverly Hills 90210 in poi).

A livello autoriale il vero (e unico) nome ricorrente è quello di John Hughes, regista di alcuni dei film simbolo del Brat Pack, e vero padre del genere. Hughes non era un regista convenzionale per gli anni ’80. Non aveva frequentato la scuola di cinema e non era ancora un nome familiare che popolava i titoli di coda dei film di successo. Tuttavia, il suo background nella pubblicità gli aveva fornito una certa prospettiva su come vendere idee accattivanti, ed evidentemente aveva un gusto per raccontare le banali assurdità della vita americana. A metà anni Ottanta Hughes si guadagnò rapidamente la reputazione di regista in sintonia con il popolare e redditizio mercato giovanile. Fin dall’inizio della sua carriera come sceneggiatore-regista e subito dopo come sceneggiatore-regista-produttore, egli ha goduto di un’immensa libertà creativa e ha controllato la maggior parte degli aspetti della produzione dei suoi film. Inoltre, è riuscito a raggiungere questo livello di libertà senza essere costretto a fare il regista indipendente a basso budget ai margini di Hollywood. Lo ha fatto abbracciando una forma più “istituzionalizzata” di indipendenza che non precludesse la collaborazione diretta o indiretta con gli studios e realizzando film di genere rivolti principalmente al mercato degli adolescenti e delle famiglie.

Brat Pack: filmografia essenziale

Non è facile tracciare una filmografia di un fenomeno così artefatto “dall’alto”, anche perché non sarebbe sufficiente neanche prendere delle filmografie delle singole parti in causa, neanche quella dello stesso Hughes, perché manchevoli di qualche tipo esemplare per il discorso del comedy/dramedy giovanile degli anni Ottanta.

Qui sotto trovate quindi una selezione accurata dei film più rappresentativi del fenomeno. Ho pensato di non andare oltre il periodo veramente “caldo” (1983-86) e di non scegliere tutte le pellicole dove sono presenti almeno due degli attori Brat Pack (sarebbero stati il doppio).

I ragazzi della 56° strada (1983)

  • Regia: Francis Ford Coppola
  • Cast: C. Thomas Howell, Ralph Macchio, Rob Lowe, Emilio Estevez, Matt Dillon, Diane Lane, Patrick Swayze, Tom Cruise
  • Elementi Brat Pack: un cast corale di giovani attori di belle speranze

Caduto in disgrazia e pieno di debiti, Coppola si convinse a girare un paio di film tratti da romanzi di S.E. Hinton. The Outsiders è quello riuscito meglio, anche se forse appariva già troppo nostalgico e datato nel 1983. Viene convenzionalmente considerata come la pellicola che ha dato il via al fenomeno Brat Pack, data la concentrazione di giovanissimi attori presenti, alcuni dei quali poi assurti a vere star.

Class (1983)

  • Regia: Lewis John Carlino
  • Cast: Rob Lowe, Andrew McCarthy, John Cusack, Virginia Madsen, Jacqueline Bisset
  • Elementi Brat Pack: la bro comedy, i numerosi debutti

Class è una spensierata commedia di amicizia collegiale da manuale, che non avrebbe molto altro per cui essere ricordata, se non per aver segnato il debutto attoriale di McCarthy, Cusack e Madsen. Che ci fa la Bisset qui in mezzo? La MILF…

WarGames (1983)

  • Regia: John Badham
  • Cast: Matthew Broderick, Ally Sheedy
  • Elementi Brat Pack: i protagonisti, la commedia per famiglie che incontra il thriller politico

Diciamo la verità: non fosse stato per Ally Sheedy (soprattutto) e Matthew Broderick, sarebbe stato veramente difficile inserire WarGames in questa lista: impossibile, se il progetto iniziale affidato a Martin Brest fosse andato in porto. Il regista voleva realizzare un film molto più a tinte oscure, cosa che indispettì molto i produttori, al punto da…far silurare Brest. Il sostituto John Badham era molto più allineato con l’idea di una commedia con lievi tinte da giallo fantapolitico, che seppe incontrare il clima di terrore da guerra nucleare che attraversava quegli anni.

Un compleanno da ricordare (1984)

  • Regia: John Hughes
  • Cast: Molly Ringwald, Anthony Michael Hall
  • Elementi Brat Pack: Regia, protagonisti, sceneggiatura…tutto

Sixteen candles è il film che ha lanciato le carriere di John Hughes, Molly Ringwald e Anthony Michael Hall, ma è indubbiamente un film “controverso”, rivisto con la sensibilità attuale, come ammesso dalla stessa attrice in un recente pezzo scritto per il New Yorker. Tuttavia la pellicola dimostra tuttora l’immensa empatia di Hughes per la condizione adolescenziale. Sam è una ragazza bianca privilegiata le cui miserie più profonde si estendono ai suoi genitori negligenti ma in buona fede che dimenticano il suo compleanno e al timore che il ragazzo di cui si sta innamorando potrebbe non ricambiarla. Ma il regista non la protegge. In Sixteen Candles, Hughes esplora la ricerca di un’adolescente di accettazione e senso di identità.

Oxford University (1984)

  • Regia: Robert Boris
  • Cast: Rob Lowe, Ally Sheedy, Amanda Pays
  • Elementi Brat Pack: I protagonisti, lo spirito della commedia di formazione anni ’80

Rob Lowe che viaggia da Las Vegas all’università di Oxford per conquistare il cuore di una donna. Di cos’altro vogliamo parlare?

The Breakfast Club (1985)

  • Regia: John Hughes
  • Cast: Emilio Estevez, Ally Sheedy, Molly Ringwald, Anthony Michael Hall, Judd Nelson
  • Elementi Brat Pack: Film-manifesto (in senso positivo)

Poche storie: The Breakfast Club è il film dove il maggior autore di dramedy giovanili anni Ottanta incontra il core cast del Brat Pack. E’ il vertice artistico di questo genere di film, un classico seminale che ha retto il tempo e ha lanciato anche la carriera dei Simple Minds. La mossa geniale qui è stata quella di adottare un approccio semi-teatrale. Il film si concentra su cinque adolescenti, intrappolati a scuola in un sabato di punizione. Sono per lo più confinati in una stanza. E così, l’attenzione si concentra sulle parole e sui gesti. Hughes ha preso rigidi archetipi – il cervellone (Anthony Michael Hall), l’atleta (Emilio Estevez), il caso disperato (Ally Sheedy), la principessa (Molly Ringwald) e il criminale (Judd Nelson) – e li ha costretti a confrontarsi l’uno con l’altro in un luogo senza fuga né protezione sociale. All’inizio, lo fanno in modi che sono semplicemente codificati: sguardi, alzate di spalle…Alla fine, iniziano a rivelare le loro esperienze personali e la loro vita interiore, usando parole disadorne e semplici.

St. Elmo’s Fire (1985)

  • Regia: Joel Schumacher
  • Cast: Emilio Estevez, Rob Lowe, Demi Moore, Judd Nelson, Ally Sheedy, Andrew McCarthy, Mare Winningham
  • Elementi Brat Pack: Film-manifesto (NON in senso positivo)

Uscito a distanza di pochi mesi da The Breakfast Club, St. Elmo’s Fire, con la sua estetica yuppie, è un altro modo di raccontare gli eccessi degli anni Ottanta. Stavolta malriuscito. Si tratta infatti di un’imitazione dello stile di Hughes da parte di un regista di razza completamente diversa, Joel Schumacher. Lungi dal parlare direttamente al suo pubblico più giovane, li ha trattati come se fossero una specie aliena: una sfilata di stereotipi vuoti e sgradevoli dotati di un’infarinatura di cinismo.

La donna esplosiva (1985)

  • Regia: John Hughes
  • Cast: Anthony Michael Hall, Robert Downey Jr, Kelly LeBrock, Ilan Mitchell-Smith
  • Elementi Brat Pack: una visione della donna-oggetto molto anni Ottanta

Le origini di Hughes, fiero repubblicano conservatore, e contributore alla rivista National Lampoon, emergono tutte in questo film, dove ogni donna esiste come strumento per i bisogni emotivi degli uomini.

Bella in rosa (1986)

  • Regia: Howard Deutch
  • Cast: Molly Ringwald, Andrew McCarthy, James Spader, Jon Cryer
  • Elementi Brat Pack: la favola di Cenerentola in salsa anni Ottanta

Pretty in Pink è il film che chiude la trilogia della Ringwald con Hughes, che stavolta si limita a firmare la sceneggiatura. Non è esattamente ricco di sfumature nella sua esplorazione delle differenze di classe, ma tratta il senso di isolamento sociale di Andie con sincerità. Ed è stato lungamente imitato, nei decenni a venire.

Blue City (1986)

  • Regia: Michelle Manning
  • Cast: Ally Sheedy, Judd Nelson
  • Elementi Brat Pack: i protagonisti

Tratto da un romanzo noir hard-boiled del 1947, Blue City entra a fatica in questa lista, e lo fa soltanto per la presenza di Sheedy e Nelson, al loro terzo film consecutivo in co-starring in poco più di un anno. Praticamente un duo…

Una folle estate (1986)

  • Regia: Savage Steve Holland
  • Cast: Demi Moore, John Cusack
  • Elementi Brat Pack: è stupendamente sciocco, un esaustivo assalto di puerilità.

A proposito della notte scorsa… (1986)

  • Regia: Edward Zwick
  • Cast: Rob Lowe, Demi Moore, Jim Belushi,
  • Elementi Brat Pack:

Vagamente basato su una commedia di David Mamet, il film prende lo script pungente e lo leviga per il grande schermo, mantenendo alcuni dei dialoghi più controversi, tutti affidati a Jim Belushi, ma trovando una nuova tenerezza nella storia d’amore dei due protagonisti, rendendola di fatto una rom-com ingarbugliata.

Una pazza giornata di vacanza (1986)

  • Regia: John Hughes
  • Cast: Matthew Broderick, Mia Sara, Alan Ruck
  • Elementi Brat Pack: una commedia adolescenziale anni ’80 scritta e diretta da John Hughes….cosa volere di più?

Al di là di tutti i limiti (1987)

  • Regia: Marek Kanievska
  • Cast: Andrew McCarthy, Jami Gertz, James Spader, Robert Downey Jr.
  • Elementi Brat Pack: attori che amavano partecipare a party estremi che interpretano personaggi che amano partecipare a party estremi

Come potevo non chiudere con un film che adatta Less than Zero di Bret Easton Ellis, scrittore simbolo della gioventù (decadente) dell’epoca? Il direttore della fotografia Ed Lachman cattura la bellezza brillante e superficiale di Beverly Hills. Ma inizialmente Ellis odiava il film. Non c’è da stupirsi: stempera il suo caratteristico nichilismo e scivola troppo facilmente nel moralismo pret-a-porter.

Gli attori-simbolo del Brat Pack

Altra questione tipicamente controversa è quella di elencare gli attori “in quota Brat Pack”. La vulgata comune, ovvero prendere in esame l’articolo di Blum, comporterebbe inserire in questa lista anche attori che presto si sono affrancati da questa tipologia di film: penso a Matt Dillon, Tom Cruise, Sean Penn o Timothy Hutton.

La discriminante utilizzata di solito è quella di considerare brat-packers ufficiali coloro che hanno preso parte a The Breakfast Club e/o St. Elmo’s Fire e poi prendere in considerazione candidature “esterne” di attori che in quel periodo hanno girato molti film assieme a loro, come Matthew Broderick, John Cusack o Robert Downey Jr.

In questa sede mi limiterò a profilare la “cerchia ristretta”.

Emilio Estevez

 

Figlio e fratello d’arte, Blum lo etichettò come il “Presidente” del Brat Pack. Era sicuramente uno di quelli che prendeva le cose e si prendeva molto sul serio, e già sul finire degli anni Ottanta arrivò ad esordire dietro la macchina da presa. Certo, fa impressione vedere come negli stessi anni in cui girava queste delle (non sempre) interessanti commedie di cassetta, il fratello minore Charlie Sheen fosse impegnato in un paio di capolavori da statuetta di Oliver Stone come Platoon e Wall Street. Col finire degli anni Ottanta la sua fortuna è declinata rapidamente, ed ha combinato ben poco sia come attore che come regista.

Demi Moore

Se Estevez era il Presidente, la Moore in quanto sua fidanzata dell’epoca doveva essere la First Lady del Brat Pack? In realtà di tutti gli attori del gruppo “storico” è stata probabilmente la meno coinvolta (almeno numericamente) in quel tipo di film, e alla fine dei conti è stata la sua fortuna. Dopo Ghost ha decisamente cambiato status, passando alla cosiddetta A-list dei più pagati a Hollywood. Gli anni Novanta sono stati la sua decade da star assoluta.

Rob Lowe

Come sarebbe stata la carriera di Rob Lowe senza lo scandalo sessuale del 1988? I più maligni risponderebbero “uguale”, i più generosi direbbero che sarebbe diventato Brad Pitt prima di Brad Pitt. Va dato comunque atto a Lowe di aversi saputo ricostruire una carriera televisiva un po’ di anni dopo, da West Wing in poi.

Andrew McCarthy

Con quella faccia da bravo ragazzo gli sarebbe proprio stato difficile superare indenne il decennio, ma almeno può annoverare tra i suoi successi il clamoroso cult di Weekend con il morto (1989). Da lì in poi è sostanzialmente caduto nell’oblio, anche se ogni tanto compare in (e dirige) episodi di serie televisive.

Ally Sheedy

Probabilmente il ritratto dello stile chic anni ’80, è stata l’attrice più coinvolta nella serie di film del Brat Pack, e non è casuale che sia sostanzialmente scomparsa dalle scene alla fine della decade; prima, però, ha fatto in tempo di essere la protagonista individuale (senza nessun altro brat-packer) di Corto Circuito, uno dei blockbuster del 1986.

Molly Ringwald

Il trittico di film di John Hughes l’ha resa la teenager più famosa d’America, la fine della pubertà l’ha messa di fronte a numerose difficoltà nel proseguire la sua carriera secondo i suoi termini. Emigrata in Francia, si è rifatta una vita ed ogni tanto compare in qualche film o serie TV.

Judd Nelson

Voleva disperatamente sfuggire al classico typecast che lo incastrava nel ruolo del “duro” del gruppo, ma pur mettendosi alla prova in vari generi, ha sostanzialmente fallito.

Anthony Michael Hall

Il template umano del ragazzino impacciato e sfigato degli Anni Ottanta, nei decenni successivi ha continuato a lavorare con continuità, anche se non ha più trovato parti da protagonista.

 

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